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Giovanni Bozzolo
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San Terenzo 2011
di raffaele gambigliani zoccoli
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Febbraio.
Io e Marika stiamo fissando la “data”.
“Inizio settembre?” domanda lei.
Io sbircio la bozza “acque libere 2011” che ho trovato da qualche parte su Internet.
L'ultima gara è Castiglione, il 18 settembre.
“Fa caldo a inizio settembre” ci provo, “meglio la fine del mese, magari il 24...”
“Il 24? E se piove?”
“Scherzi? A fine settembre non piove mai!”
“Sei sicuro?”
“Garantito al limone”.

In qualche modo la data riesce a passare e così, preparativi dell'ultima settimana a parte, nuoto da Marina di Grosseto a San Terenzo. Quest'ultima, del resto, è una delle gare che preferisco - comoda, in una location stupenda, mandi una mail e Massimo Questa ti risponde che sei iscritto (sono in pochi a farlo, i più ti lasciano nell'incertezza fino alla pubblicazione della starting-list) - ma poi Massimo continua, ti fa sentire “dentro la gara”, ti manda una seconda mail con i partenti e una terza con il percorso di gara. La punzonatura è veloce, c'è sempre un gradito pensiero (quest'anno un borsello), dopo la gara il buffet è abbondante, le classifiche escono subito e vengono premiati tutti i podi - in perfetto spirito master. Se organizzare una gara richiede una grande capacità logistica, questi piccoli particolari rendono l'organizzazione non solo “riuscita”, ma davvero perfetta, bravo Massimo e tutti gli altri membri del suo staff.

E quando sabato mattina arrivo al parcheggio della Vallata sono accolto da una splendida giornata di sole - anche da lontano si vede che il mare è un olio con poca corrente.
Passeggio fino a S. Terenzo e incontro alcuni reduci della gran fondo di Cagliari del giorno precedente. Sono stati più spericolati a farsi diciotto chilometri in mare o a prendere aerei notturni per riuscire a fare anche questa gara? mi chiedo mentre rinnovo i complimenti per la loro dedizione!

Il percorso è un rombo da compiere due volte in senso antiorario. Si parte dalla spiaggia antistante al paese e ci si dirige verso Lerici. Rispetto alle altre edizioni si rimane esterni alle dighe che costeggiano il lungomare - molto meglio, visto che finisco sempre per perdermi - tranne nell'ultimo lato della gara, dove la diga di San Terenzo forma l'imbocco naturale verso il traguardo.

In partenza non ho nessun master di riferimento, così cerco solo di nuotare il più forte possibile, vada come vada. Il gruppo si sgrana alla prima boa - mi trovo dietro un master che tiene un'andatura elevata rispetto ai miei ritmi abituali e che percorre una traiettoria interna rispetto al percorso ideale. Quando anche nel terzo lato sceglie una traiettoria che non condivido lo abbandono per un gruppo che nuota parallelo a noi, venti metri più a destra. Sono cinque o sei nuotatori che mi fanno entrare senza problemi in seconda posizione - davanti l'andatura è impostata da un master dalla cuffia rosso bianca del Lerici - Marco Menichi. Lo seguo senza problemi fino al primo lato del secondo giro quando anche lui comincia a tenere una linea interna rispetto alla boa già visibile alla nostra destra. Mi affianco, prendo la direzione corretta e quando vedo che ha visto la boa mi rimetto a ruota. Ma quando la raggiungiamo il master di Lerici si ferma, mi guarda e mi costringe a tirare.

Tirare?

Io odio tirare e odio tirare soprattutto a San Terenzo, un campo di gara talmente pieno di punti di riferimento che finisce per non averne nessuno e subito mi accorgo che non vedo la boa, rallento, qualcuno mi passerà - penso - rallento ancora e invece niente, tutti dietro, e allora costeggio le barche ormeggiate, perché contrariamente a quanto ci avevano detto i giudici in partenza - “abbiamo fatto spostare le barche, tutte le boe sono visibili” - le barche sono sulla linea immaginaria del percorso, e infatti quando lascio l'ultima alle mie spalle vedo finalmente la boa e posso accelerare e tirare senza problemi. Ma quando la passo e mi giro per l'ultimo chilometro di gara ho il sole di fronte, rallento di nuovo e il master del Lerici e una ragazza (Luisa Forestali) finalmente mi passano e devono essersi riposati dietro la mia andatura da lumaca perché cominciano a darci dentro e seguirli non è facile, ma poi finalmente superiamo l'ultima boa, arriviamo all'imbuto e come al solito non c'è storia e rimango in ultima posizione del terzetto.

Raffaele è arrivato da più di dieci minuti (nono assoluto, secondo in categoria, bravo!), un paio di minuti e arrivano Jessica (seconda di categoria, brava!) con Stefano e Giulia (terza in categoria, brava!), qualche minuto ancora e - in fotofinish - sprintano Marco e Massimo e infine Stefano.

Seguono il buffet e le premiazioni per tutti.

E dopo più di cinquemila chilometri di auto per raggiungere il mare - ma perché sono nato a Modena? mi chiedo tutte le volte - la mia stagione è davvero finita, ho nuotato tanto ma per qualche mese farò allenamenti molto più rilassanti.

Grazie a tutti, grazie a Marika che qualche volta mi ha accompagnato e altre volte ha sopportato le mie assenze, grazie ai ragazzi della mia squadra con cui dovremmo riuscire a migliorare il quarantesimo posto dell'anno passato - grazie ai punti del nostro Raffaele Riccò ma anche a quelli che sono andati più piano (e si sono goduti il mare…) - grazie a tutti quelli che mi hanno “tirato” - in particolare Riccardo, più di una volta - grazie alle Società che hanno organizzato le gare, grazie ai giudici e ai cronometristi, grazie a Giovanni che mi ha ospitato sul suo sito e infine grazie a chi ha letto i miei diari.

Arrivederci a tutti!
Raffaele

 
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