Ho letto il resoconto che Velardi ha scrito sulla competizione di domenica all’Elba; e volevo informarlo che la persona che ormai alla fine della gara l’ha incitato ad andare avanti ero io. Avevo praticamente smesso di nuotare al passaggio dello scoglio, dopo un incontro/scontro in pieno volto con una medusa; un po’ a rana e un po’ a stile ho fatto l’ultimo lato cercando di evitare il più possibile altri spiacevoli tamponamenti, e ho visto la smorfia di dolore di Velardi, ma ormai mancavano pochi metri al traguardo che era meglio uscire dall’acqua il prima possibile!
Peccato perché il campo gara era fantastico, l’acqua di un azzurro/verde davvero da cartolina che veniva voglia di sguazzarci dentro e non pensare alla gara.
Devo dire che dopo lo scontro mi sarei anche ritirato (non riuscivo a pensare di beccarmene un’altra) ma a parte una canoa non ho visto nessuna barca che mi potesse caricare, e questo per tutto il lato di ritorno mi sembra veramente poco. Tenuto conto che le previsioni davano una possibilità molto alta d’incontri ravvicinati con queste creature, mi sarei aspettato un’assistenza più numerosa lungo il percorso (è risaputo che a parte il forte dolore provocato, il pericolo maggiore sono le conseguenze da choc anafilattico).
Col senno di poi essere rimasto in acqua e aver finito comunque la gara è stata la miglior cura per i postumi da contatto, non certo l’ammoniaca di cui era fornita l’ambulanza cui quasi tutti hanno fatto ricorso.
Per il resto posso dire che l’organizzazione è stata all’altezza a cominciare dal ristoro fine gara.
Sicuramente ritornerò a gareggiare in questo posto davvero stupendo, spero solo di non impattare con altre meduse e un consiglio a chi gestisce queste competizioni di non lesinare sulle barche di appoggio.
Un saluto.
Alessandro Zanolli
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