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Giovanni Bozzolo
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2014 Isola del Giglio
di eugenio velardi
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“In nova fert animus mutatas dicere formas corpora”

Arriviamo all’isola del Giglio venerdì nel primo pomeriggio. Dopo una rapida sistemazione in camera, subito in spiaggia. Un mare così è irresistibile. Calmo, caldo, di una trasparenza assoluta. Le previsioni meteorologiche non sono buone per questo fine settimana ed allora, nel dubbio, ci godiamo, intanto, un pomeriggio di assoluto benessere e relax.

A cena, su consiglio di Cesare, nota personalità della capitale, gran conoscitore anche di ristoranti e coniuge di una nobile romana (gens, però, Aniene, non Tevere), ci rechiamo al Castello. Il posto è proprio in cima a questa località ed il tramonto sul mare tutto per noi. Aggiungetevi una bottiglia di “Senti oh”, espressione tipica gigliese che rende pienamente la sorpresa ed insieme l’ironia che si provano nel degustarla, ed avrete un quadro della idilliaca situazione. Al rientro, anche una luna quasi piena. Per fortuna c’è tutta la mattinata di sabato per ritrovare qualche spunto agonistico.

Le condizioni del mare e del tempo sono ancora perfette. Siamo in tanti e scopro con piacere che alcuni continuano a leggermi. Da manuale tutte le operazioni che precedono la partenza. Dobbiamo solo attendere qualche minuto l’arrivo del medico, ma già Ippocrate sosteneva che bisogna portare più spesso doni ad Esculapio (la mia è indubbiamente una posizione di parte).

Finalmente parto bene come una volta. Me ne rendo conto dopo circa 400 m, quando realizzo che sono insieme a Federico Di Carlo, fortissimo M70 ed alla mia splendida compagna di squadra, unica, vera motivazione ai miei allenamenti mattutini. Svegliarsi alle 5.30 per essere in acqua alle 7, d’inverno, rappresenta spesso un sacrificio e per molti una vera pazzia. Ma tutti quelli che poi la conoscono, condividono pienamente questa mia scelta. Poco prima della boa, però perdo prima il contatto, poi la scia e, in rapida sequenza, 25 – 50 m. In condizioni più tranquille, posso, quindi, avere la conferma di una impressione avuta dalla spiaggia: la boa intermedia tra la 1^ e la 2^ è si direzionale ma… sbagliata! E’ posizionata, infatti, sensibilmente a sinistra della nostra traiettoria corretta.

All’inizio del secondo giro mi trovo affiancato all’amico grossetano Nazzareno, e nuotiamo così per un lungo tratto, con grande piacere reciproco. E’ incredibile quante cose riusciamo a comunicare solo con rapide occhiate: incitamento, stima, condivisione, affetto. Ci trasformiamo in altri esseri non parlanti. Ho l’impressione che lui decida la rotta ed io il ritmo.

Ma di nuovo in prossimità della boa cosiddetta di direzione, gli dico chiaramente di ignorarla e puntare direttamente a quella di virata. Per rendere più incisive le mie parole, mi butto decisamente a destra, anche perché ho visto da quella parte una cuffia femminile. O almeno così spero. Arrivo così in scia alla seconda boa, dove ne trovo un’altra più vantaggiosa fino al traguardo.

Ma ho la sorpresa di non essere sul podio per la prima volta quest’anno, dopo più di 70 gare. Complimenti ai miei coetanei. Sarà anche questo un segno, soprattutto in previsione dei prossimi campionati italiani. Sono stato, però, davvero bene e, pertanto, continuerò a gareggiare. A cena torniamo nel nostro storico, “antico” locale al porto. Un piatto di tagliatelle (di grano duro) con pesto, pinoli e calamari da far resuscitare i morti è proprio quello indicato nel mio caso.

Di notte, poi, per seguire la nazionale di calcio si soffre di più che non durante la 5 km.

Domenica mattina, miracolo, il tempo è ancora bello. Alle 7 c’era un forte vento, poi calmatosi. Il brutto è stato durante la nottata, di eduardiana memoria. C’era chi aveva previsto per oggi addirittura una tromba d’aria. Sbagliando.

Qualche esilarante scenetta prima della partenza, a dimostrazione che si può essere seri ma non seriosi, professionali ma anche divertenti. Stavolta un giro unico, senza sole ma anche senza boe “per tutte le direzioni”. Poco dopo l’arrivo e quasi al termine del rinfresco e delle premiazioni, anche un po’ di pioggia. Che tempismo. Lassù c’è qualcuno che ci ama. Riusciamo anche ad anticipare il rientro. Un gran bel fine settimana ed un’altra piccola avventura da ricordare… da vecchi.

Ovidio, di cui la citazione in epigrafe, sarebbe stato contento e avrebbe trovato varie conferme alle sue metamorfosi (quanti Narciso, Aracne, Progne, Medea…), lettura che consiglio anche ai più giovani, perché “esperienza di mutazione in costanza d’identità”.

Buone nuotate

 
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