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Giovanni Bozzolo
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Isola del Giglio 2017
di raffaele gambigliani zoccoli
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“Sono troppo vecchio per fare il Giglio in giornata”.
Era stata la prima cosa che avevo detto a Marika l’anno passato, rientrato dalla solita faticaccia solitaria del Giglio.

Sveglia all’alba, auto (tanta auto), parcheggio, attesa della nave, nave, attesa dell’autobus, quarantacinque minuti di autobus stritolato da un’orda di vacanzieri del week-end, arrivo a Campese, punzonatura, riscaldamento, gara, autobus (ancora quarantacinque minuti in piedi sempre stipato in mezzo a bambini urlanti e ancora mezzo bagnato dalla gara), attesa della nave, nave e infine tanta auto (e tanti caffè) verso Modena.

“Sono troppo vecchio per fare il Giglio in giornata” le avevo detto e così quest’anno ci regaliamo un lungo week-end e il venerdì pomeriggio comincio già a nuotare con Nazzareno e poi trovo Leo e nuoto anche con Leo e se non trovo nessuno mi butto in acqua e mi faccio un paio di boe in solitario nell’acqua mozzafiato di Campese, con i suoi colori e i pescetti che increduli ti osservano dal fondo.

Le condizioni meteo marine del resto sono perfette: acqua piacevolmente calda, niente meduse e mare praticamente piatto.

E arriva il sabato con la punzonatura veloce e la gradita maglietta e come sempre siamo pronti per partire.

Il percorso è il consueto triangolo in senso orario; si parte nella parte destra della spiaggia, ci si muove oltre il faraglione di sinistra, il secondo lato è verso la torre che domina la parte destra del piccolo golfo e si chiude verso la boa situata vicino alla partenza.

Per la gara di fondo siamo novanta master e io decido di fare la gara su Stefano che nelle ultime gare mi ha sempre (troppo) facilmente battuto. Parto forte nella sua zona e a metà del primo lato me lo trovo davanti. Mi accodo ma è un errore perché mi ritrovo in mezzo a un gruppo di una trentina di master. Sono tutti corretti, dei veri professionisti del mare e non mi arriva nessun colpo proibito - ma io odio nuotare in mezzo al gruppo e dopo la prima boa mi lascio sfilare rinunciando a seguire la mia preda.

Continuo a nuotare al massimo staccato da tutti e all’inizio del secondo giro rivedo la cuffia gialla del mio compagno di squadra. Il gruppo è meno compatto adesso, lo raggiungo ma alla penultima boa lui ingrana la quarta e (anche questa volta) mi devo arrendere al più forte. In spiaggia è arrivato anche Robby - Jessica e Andrea sopraggiungono in un lapis mentre Steve a cui piace godersi l’incanto del Giglio arriverà con molta più filosofia.

Il giorno dopo è previsto il pasta-party e anche se non amo le gare corte mi immergo ancora una volta nelle acque di Campese perché amo i carboidrati e perché quando mi ricapita questo spettacolo - e poi nuoto da solo al pomeriggio e poi trovo Robby in spiaggia e mi ributto in acqua e il lunedì mattina nuoto fino al Faraglione sempre con lui e insomma fortuna che alla fine tocca tornare a lavorare perché altrimenti invece di scrivere questo diario sarei ancora li a Campese a nuotare.

Come sempre un grazie agli organizzatori - faccio questa gara da tanti anni e mi sembra che ogni anno migliorino, bravi! - e agli arbitri toscani che come sempre ci regalano le classifiche in un lapis, ci vorrebbe un arbitro toscano in ogni gara del circuito.

A presto
Raffaele

 
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