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Giovanni Bozzolo
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Byron 2017
di raffaele gambigliani zoccoli
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Per il secondo anno consecutivo la Coppa Byron registra oltre trecento iscritti e quando arrivo al ritrovo c’è coda, tanta coda - e così posticipo la registrazione e mi regalo un lungo caffè con vista sul Golfo dei Poeti. Siamo fortunati, la giornata è perfetta - il mare si preannuncia piatto e invitante.
Al mio ritorno la fila è scomparsa e procedo alla consueta punzonatura veloce con gradita maglietta.

Con la squadra passo la mattinata a Lerici e quando finalmente siamo sul traghetto per Portovenere noto con disappunto che il mare si è un filo ingrossato.
“La gara è più facile” mi rassicura Stefano Argiolas, “le onde sono tutte a favore di corrente!”

Il percorso non è cambiato rispetto alle ultime edizioni. Le prime boe dopo la partenza sono tutte a ridosso della costa – la diga sul Golfo si nuota all’interno – mentre le ultime boe ci indirizzano verso l’arrivo di Lerici.
Le dimensioni di questa manifestazione aumentano di anno in anno, ma i grandi numeri non sempre aiutano i giudici: il minuto di silenzio voluto per ricordare uno degli organizzatori della gara viene – inizialmente – disatteso da metà dei partecipanti, che contrariamente alle indicazioni del briefing non rispettano il raccoglimento sulla spiaggia. Ma la “partenza” – se si può chiamare tale – è ancor meno edificante. L’allineamento non è ancora stato completato che la parte sinistra del gruppo si fa subito irrequieta – nemmeno fossimo al Palio di Siena - avanza – nuota – avanza – nuota – e tutto questo nonostante il continuo richiamo degli arbitri. Tutto il resto del gruppo subito non sa come comportarsi, poi nel dubbio comincia a sua volta ad avanzare, tutti nuotano all’impazzata mentre gli arbitri cercano di ributtare indietro qualcuno. A un certo punto la gara inizia senza che ci sia stato nessun fischio dei giudici, qualcuno è molto avanti e qualcuno è molto indietro - ma se cominciassimo a squalificare il più irrequieto non risolveremmo il problema?

Fino al mare aperto nuoto forte e solitario, all’estrema destra del campo di gara. Prima della diga riconosco la cuffia di Jessica e mi accodo per riprendermi dalla fatica. Nella diga sto bene - a parte l’ingresso dove finisco letteralmente sugli scogli spinto da altri master, una boa qui ci starebbe bene - e visto che il gruppo è troppo numeroso per i miei gusti mi sposto pian piano verso la testa continuando a tirare senza strappi. Alla fine della diga vedo un gruppetto di cinque o sei master una ventina di metri davanti a me. Mi libero di questo gruppo e finisco la gara con loro, penso, tanto più che riconosco la cuffia di Manuela che mi ha gentilmente concesso la rivincita dalla batosta dello scorso anno. Con fatica riesco a ricucire e mi accodo al gruppetto, ma da dietro mi hanno inseguito e mi ritrovo in un gruppo poco diplomatico di una quarantina di master mentre Manuela davanti a me sgamba a rana senza pietà. Così provo a superare anche questo gruppetto, ma mentre tento il sorpasso finisce la benzina, non ne ho più, black-out, e così vedo sfilare tutti quanti e l’ultimo chilometro e mezzo è una lentissima agonia.

Arrivo cotto e distrutto pensando a Salvatore – a inizio gara mi avevi detto “non mi nomini più nelle tue cronache” – a Salvatore dicevo, io non so come fai tu ma di certo queste gare fra trent’anni (se ci sarò ancora) me le godrò dalla spiaggia!
Marco, Berto, Stefano, Jessica, Manuela sono già arrivati, in un lapis arrivano Matteo, Rossano, Giuliano, Andrea, Luca, Cristina, Andrea, Steve, Anna, Patrizia e Antonio – siamo la seconda squadra come numero di partecipanti dopo il Grosseto.

Torno in piazzetta e pian piano mi ripiglio; sono anche contento della gara, ma doveva durare un paio di chilometri in meno…
Un grazie come sempre a giudici e organizzatori, tante barche a seguirci come gli altri anni. Un solo consiglio mi sia concesso, anche se forse è più di competenza della federazione. In una gara di otto chilometri il tempo limite di un’ora dal primo master – quando i tempi del primi master non sono lontani da quelli degli agonisti – rischia di allontanare tante persone da questa bellissima manifestazione, anche ieri una ventina di atleti alla fine non sono stati classificati.

A presto.
Raffaele

 
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