chiudi
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
by
Giovanni Bozzolo
e-mail
Giglio 2018
di raffaele gambigliani zoccoli
chiudi


Con la famiglia arrivo al Giglio a metà settimana e ad accoglierci ci sono nuvoloni neri e un fastidioso vento di Maestrale. Il mare è agitato e gli organizzatori parlano di spostare la gara alle Cannelle.

Il giorno della 5 Km il vento è diminuito, il mare sembra tranquillo e tutto rientra nella normalità con il consueto percorso che si snoda due volte in senso orario nel golfo di Campese - tra faraglione, torre Medicea e spiaggia. Anche l’acqua, rispetto a Castiglione, è fresca ma del tutto accettabile.
Punzonatura veloce con gradita maglietta e siamo pronti per partire.

Meno di settanta al via e visto che in settimana abbiamo nuotato insieme decido di “mirare” Leonardo del Nuoto Grosseto - se riesco a tenerlo in partenza la mia gara sarà migliore del solito penso mentre suona la sirena.

Partiamo e dopo nemmeno cinquanta metri il mare si ingrossa, la corrente è contro di noi e bisogna improvvisare una nuotata che ti consenta di capirci qualcosa e nel contempo di non bere tutto il Tirreno.

Leonardo è sparito dalla mia vista e tra un’onda e un’altra provo ad accodarmi a un gruppetto dove primeggia un master del Nuoto Piombino che gareggia con solo il costume. La prima boa non arriva più e il mio battistrada ogni due bracciate infrange la prima regola - non scritta - del nostro sport, “scagliando” improvvise quanto affilatissime gambate a rana e così cerco di sopravvivere tra il mare impetuoso e i fendenti del ranista e quando - finalmente – passo la boa mi stacco da tutti e nuoto solitario tutto il lato di ritorno tentando anche di aumentare il ritmo. Sto bene - penso persino di aver fatto un buon lavoro - ma quando arrivo alla seconda boa il ranista riappare davanti a me e allora decido di stargli il più lontano possibile scalando in ultima posizione del suo gruppetto.

Il secondo lato lungo verso il Faraglione è un’altra agonia e quando finalmente arriviamo alla boa di virata scorgo venti metri davanti a me la cuffia di Jessica. “Che non sia mai!” mi dico – e comincio a nuotare come un forsennato - supero cinque o sei master e poi supero anche Jessica e comincio a sprintare come se non ci fosse un domani con più di un chilometro di anticipo. Poco prima dell’imbuto rivedo il mio incubo – il ranista – e mi dico che non posso proprio perdere e accelero ancora di più ma lui non molla e mi tiene testa senza problemi.

All’arrivo Robby (sesto assoluto e secondo di categoria) e Stefano (terzo in categoria) sono già asciutti e in un lapis arrivano Jessica (prima in categoria) ed Adrea. Io sono stravolto – non sono quasi mai stato in scia e ho tirato come in una gara in piscina – ma come sempre il podio è lontanissimo.

Seguono veloci classifiche, buffet e premiazioni per i primi tre arrivati di ogni categoria.
Un grazie come sempre agli organizzatori – che ci regalano questa gara in uno dei contesti più belli del mondo - e agli arbitri (a detta di Marco hanno ballato anche loro)!

A presto.
Raffaele

 
chiudi