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by
Giovanni Bozzolo
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Grado 2012
di raffaele gambigliani zoccoli
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3° Trofeo Città di Grado

Il penultimo week-end di giugno propone tre gare “raggiungibili” - Genova, Elba e Grado - e alla fine decido per quest'ultima, la più lontana.

Il trofeo della città friulana è incluso in un mini circuito denominato “Alto Adriatico” che comprende tre gare di fondo e quattro di mezzofondo - un'ottima iniziativa vista l'attuale sproporzione tra le competizioni tirreniche e quelle adriatiche (bravi!).

A Grado siamo già in piena estate - si boccheggia - e l'acqua è finalmente della temperatura ideale, per i master e per alcune meduse spiaggiate lungo la riva.

La punzonatura è veloce, accompagnata da una gradita maglietta. Il percorso è un trapezio - o rettangolo “irregolare” - da compiere in senso orario una volta soltanto. Visto che le 5 boe arancioni sarebbero troppo distanti gli organizzatori posizionano altre sei boe di colore giallo lungo i lati più lunghi (quelli paralleli alla costa).

Non siamo in tanti - poco più di ottanta - e al fischio di partenza cerco di darci dentro sul lato destro del gruppo. Resisto con i primi sino alla boa arancione perpendicolare alla partenza poi lo sforzo si fa sentire e comincio a perdere posizioni:
uno…
due…
tre…
rassegnato conto tutti quelli che mi sorpassano:
quattro…
cinque…
sei….
ogni volta cerco di infilarmi in scia ma poche bracciate sono sufficienti a perdere il contatto. Per di più si è alzata un po' d'onda e l'unico modo per non perdersi è alzare la testa e vedere i più bravi che - bracciata dopo bracciata - inesorabilmente si allontanano.

Alla fine rimango da solo - sob! - ma poco prima della seconda boa gialla due master finalmente mi sorpassano. Il primo - Riccardo Furiassi - lo perdo subito, ma accelerando sino al limite riesco a tener dietro al secondo. Torno a darci dentro e dopo un centinaio di metri riprendo anche Furiassi infilandomi in mezzo al terzetto.

Proseguiamo così per il resto della gara, da soli in mezzo al nulla, rimanendo completamente isolati dagli altri. A onor del vero - sarà per tutte quelle boe gialle/arancioni, sarà per il rettangolo “irregolare” - se non fosse stato per l'ottimo orientamento di Riccardo mi sarei di certo spiaggiato da qualche parte.

Alla fine del percorso, quando si vede distintamente l'ultima boa arancione, la mia guida si sposta troppo verso il largo, lo affianco ma non riesco a riportarlo sulla linea ideale - non mi vede e non mi sente - e le nostre strade si dividono. Il master alle mie spalle decide di darmi fiducia, ma passata l'ultima boa mi brucia allo sprint finale (e così per somma ingiustizia il nostro trio arriva in ordine inverso allo sforzo di gara).

Qualche minuto e taglia li traguardo anche Francesco Gamberini, l'altro modenese in gara.

In zona premiazioni ci attende il buffet e i risultati stilati dai giudici in tempo di record (bravi!).

Sesto sui otto partecipanti in categoria, penso mentre ritorno con Marika - che si è sciroppata questi ennesimi 700 km “in giornata” - sono proprio una schiappa! Forse dovrei trovare un altro sport, uno sport ancora più di nicchia - ma ce ne sarà un altro così bello?

 
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