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by
Giovanni Bozzolo
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Baratti 2013
di raffaele gambigliani zoccoli
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Giugno si presenta con una lunga serie di gare annullate o rinviate.
Per maltempo o meduse.
Meduse?
Non perdo tempo.

“Una crema solare antimeduse per favore”.
“Antizanzare?” replica la biondina dietro al banco.
Non sembra aver capito. Mi permetto di insistere: “Antimeduse”.
La biondina continua a guardarmi come se fossi un marziano.
“Una volta ne avevamo una in magazzino” si intromette il farmacista più anziano, poco più in là. “Vado a vedere…” e scompare dietro il bancone per cercarla.

Passano i minuti, sono l’unico cliente.
Forse il dottore non è riuscito a trovarla ed è andato a prendersi un caffè.
“Eccola quà!” esclama un terzo farmacista che da qualche minuto schiacciava tasti sul computer. “Passi domani dopo le dieci”.

E così - diciannove euro per un tubetto da 100 ml – mi presento a Baratti con il mio unguento miracoloso, pronto a spalmarmi anche la punta dei capelli se necessario, a fronte delle proteste dei giudici. Qualcuno lo trovi sempre che ti dice: “E cosa ti sei dato che non riesco a scrivere il numero!”

Ma a Baratti – a parte le ustioni terrificanti degli eroi dell’Elba – di meduse non ci saranno tracce e ci troveremo alle prese con altri problemi.

Il primo è rappresentato dall’acqua – tiepidina, tanto che sono pochissimi quelli che osano il “riscaldamento” – il secondo da un vento freddo e fastidioso che agita il mare fin dalla mattina.

Punzonatura con gradita maglietta e siamo già pronti per la partenza.
Il percorso è un rettangolo da compiere due volte in senso antiorario.
Siamo centotrenta, nazionale italiana compresa, e partiamo tutti insieme.

Sarà per il vento freddo o la colazione di qualche ora prima ma al momento della chiamata, quando è davvero troppo tardi per qualsiasi “rimedio”, il mio intestino comincia a “contrarsi”. Non sto bene, per niente, ma visto il (solito) lungo viaggio decido di partire ugualmente, patteggiando con me stesso di ritirarmi al primo accenno di freddo.

Al via mi defilo sulla destra ma la corrente e le onde cominciano a far zigzagare tutto il gruppo, io cerco di sgusciare lontano ma prendo comunque un paio di manate sul naso e dopo la prima boa - sul primo lato corto controcorrente e con onde da montagne russe - perdo bracciata dopo bracciata il gruppetto che tenevo come riferimento. Continuo a non star bene, ma non sento freddo e allora nuoto con il mio passo e solitario per tutto il resto della gara. A tratti mi allineo con due master che vanno decisamente più veloci ma che zigzagano da record e per cinque lati consecutivi li perdo per ritrovarli al giro di boa.

L’ultimo lato corto, quello che finisce all’imbuto dell’arrivo, è controsole, non riesco a vedere il traguardo, nuoto senza meta e un paio di volte sento gli urli dei giudici che cercano di indirizzarmi.

Arrivo stremato e sono l’ultimo dei modenesi; Raffaele Riccò (terzo nella sua categoria) e Marco Affronte sono già asciutti da un pezzo.

Seguono le premiazioni e la pasta, mentre il mare continua inesorabilmente a peggiorare e i giudici sembrano indecisi se far disputare la mezzofondo del pomeriggio – già la gara della mattina è stata caratterizzata da molti ritiri.

Freddo con mare mosso o meduse?

Intestino a parte preferisco di gran lunga la prima combinazione, vedremo che sorprese ci riserveranno le prossime gare.

 
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