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Giovanni Bozzolo
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Punteggi
teoria e pratica
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Nell’ultima parte della scorsa stagione si è parlato di punteggi, sempre con atteggiamento pesantemente critico nei confronti della situazione esistente. Mi pare quindi doveroso ripercorrere la logica che lo sorregge.

Omogeneità di confronto

Il principio base di qualunque sistema dovrebbe essere quello di creare situazioni di confronto omogenee

Nelle acque libere le manifestazioni sono suddivise in famiglie in base alla distanza, con la suddivisione istituzionale del mezzofondo, fondo e gran fondo, e poi, per i master, con una ulteriore suddivisione dei primi due gruppi. Alle 'famiglie' sono assegnate scale di punteggi diversi in modo che quando confluiscono nella classifica di società abbiano diverso peso.

Per i master Vi è oggettivamente una situazione ibrida perché i sottogruppi contribuiscono con pesi diversi alla classifica della stessa famiglia. Forse sarebbe più lineare spezzare il mezzofondo e il fondo in due parti distinte, ognuna con una propria classifica, in modo che il valore individuale abbia risalto più chiaro. E resterebbe differenziato il contributo di ogni gruppo quando i punteggi confluiscono nella classifica di società.

Resta però il punto critico di attribuire con sicurezza la gara a un gruppo o ad un altro. Questa è una zona d’ombra dei regolamenti che andrebbe meglio specificata. Perché, tanto per fare del folclore, se il fondo comincia a 5km e io programmo una 5 km giusta giusta , ma poi ne risultano anche solo 10 metri in meno la tipologia della gara non è più quella. Si dovrebbe, a mio parere, fare chiarezza dal punto di vista concettuale e poi vietare di programmare distanze gara entro la soglia del 10% del limite. Cioè, per esempio, niente 5km, ma almeno 5500 metri. E per i sottogruppi 2.8 km minimo nel mezzofondo ‘lungo’ e 8 km per il fondo lungo. In difetto si entra nella fascia inferiore.

Va detto che continuiamo a parlare del limite inferiore, e non di quello superiore, perché nei nostri circuiti le gare hanno una insostenibile tendenza ad accorciarsi mentre non si allungano mai. (salvo casi rarissimi che passano alla storia). Così come i tempi sono sempre bassi perché c’è sempre ‘la corrente’…. e sempre a favore, anche nei percorsi a circuito. Ci sono dei motivi ‘strutturali’ ok, perché la boa, per come la giri, si sposta sempre verso l’interno. Ma c’è sicuramente anche qualche altro elemento.


Il criterio di valutazione

Nelle acque libere, dove il campo gara cambia continuamente per natura e condizioni, e quindi perde di significato il riscontro cronometrico, le gare sono a piazzamento. Cioè vince chi mette la mano davanti a quella dell’avversario. Anche quando ogni tanto due si prendono per mano all’ultima bracciata per creare un diversivo.

Di conseguenza il risultato non dipende più solo da quanto hai fatto bene la gara (caso dei punteggi in vasca) ma anche e soprattutto dalla gestione degli avversari.

Col sistema degli agonisti, dove il punteggio è a scalare con un minimo vicino a zero, devi trovare pochi avversari, in modo che nel caso peggiore il tuo punteggio non sia troppo basso. Nel caso dei master, dove è a crescere con un tetto superiore, devi cercare molti avversari, in modo che nel caso migliore il tuo punteggio sia molto alto.

E siccome c’è il tetto superiore, più atleti possono ottenere lo stesso punteggio massimo, in diverse gare. Quindi, se vuoi vincere devi cercare il tuo avversario e batterlo direttamente. Ma siccome c’è un limite al numero di gare in classifica, e ognuno può andare a farle dove gli pare, questo potrebbe non bastare. E allora, in una particolare gara, il Campionato Italiano, è stato inserito un piccolissimo bonus. Per cui per vincere devi andare lì e battere il tuo avversario.

Trovo irrilevante, o anche dannoso, istituire per i master le teste di serie come hanno gli agonisti. Perché è un meccanismo che premia solo loro, che non ne hanno bisogno. E siccome nei master la dinamica dei valori è molto bassa (chi è più forte continua ad esserlo indefinitamente) il meccanismo tenderebbe, secondo me, ad ingessare le classifiche


Categorie e assoluto

A questo scenario, il mondo master aggiunge un elemento. Perché fa tutte le valutazioni in termini di categoria. E questo succede in vasca esattamente come nelle acque libere. E i punteggi seguono questa logica. Mentre gli agonisti hanno una scala unica, assoluta (e perdono significato le classifiche di categoria), i master ne hanno una, relativa, per ogni categoria (e non esiste la classifica assoluta).

Ora, c’è stata una certa richiesta di premiare il piazzamento assoluto. Alla quale si è cercato di rispondere
Però nel costruire il sistema di punteggio ci si è trovati di fronte dei problemi pratici.

Il più grosso dei quali è che se vuoi fare questa cosa devi costruire un ambiente di confronto omogeneo facendo in modo che tutti i concorrenti facciano le stesse gare. Altrimenti non ha molto senso dire che io sono arrivato primo a Genova, tu ad Ancona e quell’altro a Napoli, contro avversari diversi, in un diverso mix di categorie. Magari con in mezzo con qualche agonista, in numeri diversi, che spazia dagli esordienti ai nazionali.

E l’altro, problema, è quello della disomogeneità nei valori, per la quale il master M40 vincerà sempre sul master M80. Con tutti gradini intermedi. Quindi, sembra che un punteggio assoluto e basta non sia la scelta più equa.

Ne è nata una bozza di circuito, l’Elitè. Con un gruppo di manifestazioni selezionato e l’obbligo di partecipare alla maggior parte. E con un punteggio composto di valore assoluto e di categoria.

Il resto è storia, il circuito è stato semplicemente ignorato, e non ha mai avuto l’occasione di essere sperimentato e valutato alla prova dei fatti. La richiesta del punteggio assoluto invece è rimasta.


Eventi atipici

A margine di queste note, ho fatto spesso sterili discussioni nelle quali sostenevo che certe manifestazioni, del tutto atipiche, prima fra tutte lo Stretto, o magari la Byron, non dovrebbero immiserirsi nei circuiti, che per forza di cose devono cercare di normalizzarle e di riportarle entro parametri standard, ma dovrebbero avere un proprio circuito atipico con una logica di punteggio differente.

Ma, ahimè, sembra che il desiderio universale sia di farsi normalizzare. E quindi queste restano lì con le loro speciali peculiarità che a questo punto diventano anomalie. E con il mugugnamento infinito che accompagna questa situazione.

E, restando in tema, chissà se quest'anno vedremo finalmente una 5 km sul fiume, in favore di corrente ? 5km giusti, anche un po' di più, tanto non costa nulla, eh ? Ai tempi d'oro è già successo, l'avete letto
 
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