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Giovanni Bozzolo
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Castiglione della Pescaia
di raffaele gambigliani zoccoli
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Giugno finalmente! E con giugno l’inizio della stagione di fondo, con una delle gare più belle e meglio organizzate del circuito, il Granducato di Toscana.

La domenica mattina arrivo come sempre prestissimo tanto che a malapena ci sono Giuseppe e un paio di organizzatori. La giornata è calda ma c’è vento e il mare non promette nulla di buono - gli altri anni alle sette era sempre un olio, questa volta ci sono già i cavalloni. Anche il giorno prima il mare era agitato e i tempi della 3km si sono dilatati a dismisura.

“Giuseppe mi sono fatto 700km per niente?” domando preoccupato.
“Si fa si fa” risponde lui con il suo accento maremmano, “al limite ‘ambiamo il percorso”.

E infatti invece del consueto rettangolo da compiere due volte in senso antiorario i giudici e gli organizzatori optano per un triangolo più breve da compiere tre volte. Il primo lato corre quasi parallelo alla spiaggia verso Nord, il secondo è più breve verso il mare aperto mentre il lato lungo ritorna in diagonale verso l’arrivo. La partenza sarà unica per tutti.
Punzonatura veloce con gradita maglietta ed entriamo in un acqua decisamente più calda delle ultime edizioni. Come al solito mi attardo tra gli ultimi.
“Non aspettare, i giudici fischiano subito” mi urla Nazzareno dalla riva – e infatti ho appena cominciato a nuotare verso la linea di partenza che sento il fischio del via.

Il primo lato è facile e a favore di corrente ma quando giro la prima boa tutto cambia e sembra di essere un film di Spielberg, con un onda lunga che non ti permette di vedere alcunché. In un attimo perdo tutti i master che stavo seguendo, la corrente mi porta verso Nord e impiego una vita a finire il lato corto (un’onda mi sbatte letteralmente sulla boa di virata).
Sopraggiunge qualcuno, Valentina del Nuoto Bastia mi riconosce, si ferma e mi urla:
“Stammi dietro che facciamo la gara insieme!”. Ma è una parola seguirla, la corrente è troppo forte e dopo due minuti non vedo più nessuno del suo gruppo.

Il lato di ritorno è un’agonia, nuoto in affanno tra la corrente - che spinge all’indietro e verso la riva- non capisco dove sto andando con la spiacevole sensazione di non avanzare alcunché. Comincio a pensare di ritirarmi, ma in qualche modo – dopo essere quasi spiaggiato a metà del tragitto - arrivo alla boa finale che sembrava irraggiungibile.

E adesso? Sono stremato e ho fatto un giro soltanto. Altri due giri così? Il mio cervello mi ordina di fermarmi. E mentre guardo con invidia i bagnanti sulla spiaggia due master mi sorpassano. Il battistrada è del Nuoto Piombino e grazie a loro mi faccio gli ultimi due giri, con il lato a favore di corrente in cui sembra di avere un motore di appoggio, il lato corto stile Acquafan quando aprono le onde e il lato di ritorno che non finisce mai.

Fatica, fatica, fatica ma alla fine grazie ai miei due bravissimi battistrada ce la faccio e arrivo al sognato traguardo. In spiaggia Raffaele (primo in categoria) e Stefano Bertoni (quarto in categoria) sono già asciutti, poi arrivano Marco, Jessica (seconda), Manuela (anche lei seconda), Stefano stremato dalla fatica e Andrea. Ci sono ben venticinque ritirati a testimonianza che la gara è stata durissima. Il mio tempo di percorrenza inoltre non è mai stato così alto: 110 minuti, solo a Follonica nel 2009 - 108 minuti- in un’acqua altrettanto agitata avevo fatto un tempo così brutto.

I giudici toscani sono bravi come sempre e in un lapis abbiamo classifiche e premiazioni.

L’organizzazione è stata come sempre impeccabile, con il consueto ampio spazio di lettini e ombrelloni gratuiti per atleti e accompagnatori, le tante barche di appoggio che hanno garantito la sicurezza della gara in condizioni marine davvero difficili e il ricco buffet con pasta party finale. Visto che ogni anno riempio di complimenti (meritati) gli organizzatori mi permetto di aggiungere due appunti in logica costruttiva. Anche se il lato lungo era meno di un chilometro le condizioni rendevano difficile la visibilità e una boa di direzione avrebbe aiutato quelli meno bravi ad orientarsi come il sottoscritto; infine un’imbarcazione della giuria nei pressi dell’ultima boa (quella dal traguardo) avrebbe evitato che qualcuno dei più spiaggiati potesse cadere – diciamo – in tentazione di abbreviare il percorso - anche se come già detto per la nostra sicurezza le barche erano più utili lungo il campo gara.

In ogni caso è stata come sempre una splendida giornata, per una gara che sicuramente ricorderemo tutti a lungo!
Raffaele

PS. Tra le tante “belle facce” che ho avuto il piacere di rivedere quest’anno spiccava quella di Maurizio Morini, che con consorte è finalmente tornato a gareggiare (e spero a scrivere)!

 
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