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Giovanni Bozzolo
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Maratea 2018
di eugenio velardi
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E’ da molto tempo che non scrivevo delle note sulle mie gare in acque libere, anche se ho continuato a leggere con piacere quelle altrui.
Lo faccio ora per celebrare la bellezza di Maratea, una vera perla del Tirreno; in trenta anni di gare, difficilmente mi è capitato di nuotare in posti così meravigliosi. Ed anche l’accoglienza è stata straordinaria.

Il programma prevedeva tre gare diverse, distribuite nella maniera che prediligo : 3 km sabato mattina, il miglio nel pomeriggio ed infine 5 km la domenica alle 9.

Ricco il pacco gara, con “gradita maglietta” tecnica ed occhiali da sole della storica Bausch e Lomb, un tempo proprietaria anche del mitico marchio Ray Ban, molto amato dagli aviatori. Credo che anche chi si sia iscritto ad una sola gara abbia poi ricevuto il tutto.

La 3 km prevedeva essenzialmente il giro, in senso antiorario, di un isolotto poco distante dalla costa, con boe ben posizionate e visibili.
Partecipazione non numerosa ed una partenza “un po’ così”, con la cima dietro la quale posizionarsi posta in acqua con notevole difficoltà, visto che i nuotatori erano già tutti presenti, distanti tra loro ed in posizioni anche diverse.

Ho potuto poi nuotare nella maniera che più mi aggrada (come fortunatamente è accaduto anche nel miglio e per buona parte dei 5 km), con, cioè, una piacevole compagnia alla mia destra e con il mio stesso passo, peraltro abbastanza lento e dovuto sia all’età ormai avanzata che alla mancanza di allenamenti protrattasi per oltre un mese. Tradizionalmente, infatti, Agosto è il mio mese “mariano”, nel senso che è totalmente dedicato a mia moglie Maria, atto dovuto dopo una intensa stagione agonistica, in particolare quest’anno, con più di 120 gare disputate e quindi quasi tutti i fine settimana impegnati.
Ho provato particolare piacere, inoltre, all’arrivo nell’apprendere che ai primi due posti della classifica assoluta vi fossero due M50 di indiscusso valore : Luca Monolo e Domenico Scaldaferri.

Il miglio si sviluppava lungo un triangolo a vista nel tratto di mare antistante lo stabilimento che ci ospitava. Partenza decisamente migliore, anche con un maggior numero di partecipanti, prevalentemente molto giovani.

La domenica mattina le condizioni climatiche erano ideali ma le operazioni preliminari si sono protratte e la partenza avveniva così solo verso le 10. Mentre nuoto con immenso piacere in acque azzurre, la gara purtroppo viene interrotta per il sopraggiungere di un temporale con tuoni e fulmini. I primi erano giunti a circa 4400 m, noi a 3600. Veniamo rapidamente recuperati dalle barche ma in prossimità dell’arrivo ci tuffiamo per nuotare tutti insieme appassionatamente fino alla spiaggia.

In partenza mi ero accorto di essere il meno giovane dei partecipanti e mi ero anche ricordato di essermi ripromesso, quando cominciai a disputare queste gare appunto trenta anni fa, che quando mi fossi ritrovato in questa condizione, avrei smesso di competere. Nuotando, però, mi è sembrato di ricordare meglio che tale proposito (sano solo per la mia citata moglie), fosse legato alla premiazione del più anziano, che spesso avveniva ai primordi di queste nostre gare.
Ora, quindi, sapete anche come farmi interrompere le gare in acque libere!
E’ pur vero, però, che il più delle volte non mi presento alle premiazioni…

Insomma, un fine settimana molto piacevole; certo alcune cose possono migliorare nell’organizzazione ma è pur vero che l’inerzia del parallelo è ineluttabile e lo posso ben dire, poiché sono nato anch’io a queste latitudini e per tre anni ho organizzato gare nella vicina Praia a Mare, con il periplo dell’isola di Dino.

Conto certamente di tornare il prossimo anno e farò di tutto per convincere i miei compagni di squadra, molto bravi ma anche ricalcitranti a gareggiare.
Grazie
Eugenio Velardi

 
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