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Giovanni Bozzolo
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La questione dei tempi limite
di giovanni bozzolo
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Penso che l'abbiate visto. Ma se cosi' non fosse ve lo riporto qui. Il regolamento del trofeo di Novara porta la seguente grave regola : "Alla gara degli 800 SL non saranno ammessi atleti che abbiano tempi personali superiori ai 15 minuti".

Penso che non vi sia bisogno di ripeterci come queste gare siano onerose per un organizzatore.

Nel tempo di una batteria da 800 se ne farebbero almeno 6 da 50 o anche solo circa 3 da 200. Con una evidentissima discrepanza nel rapporto costo / ricavi. Inoltre una batteria di distanza lunga impegna una quota rilevante del tempo disponibile per la manifestazione che e' da tempo monitorato con attenzione e confinato nella durata contrattuale dei turni di lavoro del personale addetto (giuria e cronmetristi)

Pero' ho definito comunque "grave" la regola perche', indipendentemente da tutte le motivazioni e dal fatto che sia compatibile coi regolamenti vigenti, presenta due gravi pecche.

E' profondamente iniqua

Intacca lo spirito master

Dell'equita' e' presto detto. Una barriera di tempo assoluta opera indipendentemente dal valore delle prestazioni e quindi agisce prevalenetemente sulle categorie senior che vanno piu' piano anche quando fanno molti punti e blocca solo in minima parte prestazioni indecorose dei piu' giovani.
Quindi e' iniqua.

Inoltre configura per qualcuno l'impossibilita' di completare talune classifiche
Infatti considerando che il punteggio medio nel circuito e' di 750 punti, resterebbero, mediamente, escluse le donne da M65 in su e gli uomini da M75 in su.
Quindi ulteriormente iniqua.

Ma il bello e' la questione dello spirito master.
Perche' e' pensiero comune che con questa espressione ci si riferisca a valori della socialita' e dello spirito in contrapposizione all'impersonale e rigido referto del cronometro, e al valore dell'impegno contrapposto al valore della prestazione. Ma valori in questione non sono scritti da nessuna parte, e se anche qualche particella ce n'era e' sgocciolata via dalle regole scritte.
Quindi, all'atto pratico 'spirito master' non significa nulla.

Ricapitolando, qui abbiamo una regola giusta e sbagliata nello stesso tempo e in piu' mancano i parametri di valutazione.

Inoltre Novara non e' un caso isolato e limitazioni di vario tipo sono presenti in altre manifestazioni, insieme alla pratica di selezionare in parte le iscrizioni costruendo di fatto delle liste di attesa discrezionali.

E dunque ?

Dunque occorre tenere i piedi bene appoggiati per terra e fare in modo che le impostazioni di principio escano dal limbo e prendano contorni definiti e percorrere il percorso obbligato che si configura. E quindi bisogna

1) Ringraziare gli organizzatori di Novara per avere messo in luce questioni che covavano sotto la cenere senza che si osasse affrontarle. Tipo la saturazione di talune risorse.

2) Prendere atto che le scelte di Novara riflettono anche valutazioni soggettive e ringraziare gli organizzatori di Tortona e di Mantova per avere percorso altra strada

3) Andare un po' piu' a fondo nei numeri che non sono cosi' disastrosi e hanno sfaccettature da considerare riguardo quantita' e percentuali ma anche riguardo al bacino di utenza

4) Ridefinire alcuni concetti e alcune questioni di principio per adattarsi a una realta' modificata senza cedere alle tentazioni di primo impulso.

Ma soprattutto occorre

5) che ognuno, atleti compresi, faccia la propria parte invece di stare semplicemente a guardare o alzare l'asticella oltre il ragionevole.

Scenari compatibili col problema in esame esistono, anche se fuori standard. Quello che manca e' la definizione dei valori e degli obiettivi.

 
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